Sempre sulla D257 la strada prosegue attraverso la valle dei Baracci verso il paese di Burgo poi la frazione di Martini. Durante tutto il percorso c’è la possibilità di fermarsi a bordo strada e scendere al fiume. Quando la neve si scioglie e durante il periodo estivo, gli appassionati di canyoning vengono ad approfittare della corrente per calarsi in corda doppia, a piedi o facendo canyoning. Il fiume Baracci è l’ideale per chi vuole scoprire questo sport perché prevede percorsi facili e brevi. Per questa pratica è necessario essere accompagnati da una guida professionale. La D257 prosegue verso il passo Siu e offre viste sulla cresta e sulle catene montuose. Scendendo si arriva a Santa Maria-Figaniella, con una chiesa romanica del XII secolo. Dal villaggio sulla N196, la strada prosegue verso Propriano. Nella parte meridionale del Golfo del Valinco, la strada che costeggia il golfo offre una vista panoramica dell’intero sito.
Belvédère-Compomoro è un villaggio di pescatori che ha mantenuto nel tempo la sua autenticità: le case sembrano capanne di pescatori. Intorno al paese si snodano sentieri escursionistici e uno dei più conosciuti è la passeggiata verso la torre genovese di Campomoro. Fu costruita nel XV secolo ed è una delle più grandi dell’isola: alta 15 metri! All’interno dell’edificio, un’esposizione permanente ripercorre la storia delle torri genovesi della Corsica. Da Propriano, arrivate a Sartène attraverso la N196. Facendo una deviazione di qualche chilometro sulla D296, il percorso vi porterà al ponte genovese Spin’a Cavallu, che significa ‘schiena di cavallo’. È stato recentemente ristrutturato e risale al XIII secolo. Il ponte è classificato Monumento Storico dal 1992.
Nel 1840, Prosper Mérimée definì Sartène “la più corsa delle città corse”, con le sue strade strette e le alte facciate grigie e marroni. La città fu costruita sulla roccia di Pitraghiu nel 1550 dai genovesi, che ne affidarono la cura a ricchi aristocratici. Tra i suoi negozi di souvenir e i caffè di quartiere, Piazza Porta è il luogo centrale che ospita il mercato. Il Venerdì Santo si svolge la processione del Catenacciu, una toccante Via Crucis nel centro storico. All’ingresso di Sartène, il vecchio ponte di A Scaledda è la porta di Sartène. Si possono ammirare le fortificazioni: i bastioni, la torre e l’Echauguette (torre genovese del XVI secolo costruita sulla base di un’antica torre medievale). Il Museo della preistoria e dell’archeologia corsa di Sartène presenta ai visitatori le collezioni isolane riguardanti l’archeologia e i primi insediamenti sull’isola risalenti a quasi 10.000 anni fa, i principali fondi delle collezioni provengono dalla preistoria, dall’età del bronzo e dell’età del ferro. A Sartène si trova anche una zona viticola di quasi 2.600 ettari, con denominazione AOC.
A 14 km dal paese si trova l’altopiano della Cauria, in direzione Bonifacio. Tre sono i siti importanti di allineamenti di menhir (tra cui il “Cimitero dei Turchi”) e dolmen: l’allineamento di Stantari, quello di Rinaghju e il dolmen di Fontanaccia. Quest’ultimo è uno dei meglio conservati della Corsica. È alto 1,8 metri e largo quasi 3 metri. Il dolmen è detto anche Stazzone di u Diavole ”fucina del diavolo”. I tre siti si trovano a pochi passi l’uno dall’altro. Da Sartène bisogna prendere la strada verso Bonifacio per deviare verso Tizzano. Dopo 10 km di strada bisogna seguire la D487 e poi il sentiero è indicato. L’allineamento di Palaggiu è stato portato alla luce da Roger GROSJEAN a metà degli anni ’60, per 4 anni. In totale, all’interno del sito sono presenti 258 menhir. Alcuni pezzi furono trasferiti al Museo di Sartène. La spiaggia di Roccapina è una delle più conosciute della Corsica con la sua torre genovese. Sullo sfondo il leone di Roccapina domina la regione. Nonostante la sabbia sia bianca e l’acqua cristallina, l’accesso alla spiaggia rimane stretto e accidentato. Dalla torre, il punto di vista offre una vista panoramica della regione.